Piercarlo Ballo, Dirigente Medico – S.C. Cardiologia – Ospedale Santa Maria Annunziata – Firenze
Quanti fiorentini si sottopongono a screening?
A Firenze, come anche in altre città italiane, vari pazienti decidono di sottoporsi a screening cardiologico: purtroppo, il numero è inferiore a quello che sarebbe auspicabile. Come noto, lo screening in ambito cardiovascolare rappresenta, insieme ad altri fattori tra cui un sano stile di vita e il controllo dei fattori di rischio, un elemento essenziale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. In quest’ottica, programmi di screening ed iniziative come la Giornata Mondiale del Cuore, nota a livello internazionale come “World Heart Day”, sono molto utili a far capire alle persone l’importanza di prendersi cura del proprio cuore.
Quali i problemi che emergono più frequentemente?
E’ piuttosto frequente il riscontro di condizioni che rappresentano importanti fattori di rischio cardiovascolare (per esempio ipertensione o ipercolesterolemia), talora non noti al paziente, altre volte noti ma non adeguatamente trattati. In quest’ultimo caso, anche in presenza di terapie farmacologiche già in atto, purtroppo non è raro che il paziente non sia
“a target”, cioè non presenti i valori ottimali che una buona prevenzione richiederebbe. In questi casi lo screening è molto utile non solo per ottimizzare la terapia, ma anche per educare il paziente ai corretti obiettivi terapeutici ed a mantenere una buona compliance. A questo proposito, un elemento importante è l’empowerment, processo attraverso il quale i pazienti riescono ad acquisire un maggiore controllo su decisioni e azioni riguardanti la propria salute.
Ci sono patologie cardiache in aumento?
Come scritto dalla World Heart Federation nel presentare il World Heart Day, le malattie cardovascolari attualmente rappresentano “the world’s biggest killer”, ossia la principale causa di morte nel mondo. Secondo un recente documento ESC, in Europa ogni anno queste patologie sono responsabili di circa 4 milioni di morti, pari al 45% della mortalità totale. Se prendiamo in considerazione i fattori di rischio, la prevalenza di obesità e diabete è aumentata di circa 2-3 volte negli ultimi 30 anni. Ciò rende molto improbabile il raggiungimento dell’obiettivo dell’OMS, stabilito nel 2013, di fermare l’aumento di questi fattori di rischio entro il 2025: per esempio, in merito all’obesità si stima che nel 2025 questo problema riguarderà il 18% degli uomini ed il 21% delle donne nella popolazione mondiale. Abbiamo dati un po’ più incoraggianti su ipertensione, fumo e consumo di alcol,
ma con trends in diminuzione molto variabili. Inoltre, in merito alla cardiopatia ischemica
ed allo stroke, importanti cause di mortalità e morbidità, un importante studio internazionale del 2019 che ha coinvolto 206 Paesi, il Global Burden of Disease Study, ha
confermato un significativo incremento nel periodo dal 1990 al 2019.
Come si protegge il cuore?
Proteggere il cuore è fondamentale: si stima che circa l’80% delle morti cardiovascolari premature siano prevenibili. Come detto, per proteggere il cuore l’elemento principale è la
prevenzione, i cui elementi principali includono un sano stile di vita (caratterizzato da un’alimentazione congrua ed equilibrata, adeguata attività fisica ed una corretta igiene del sonno), lo stretto controllo dei vari fattori di rischio eliminabili (tra i quali ricordiamo ancora
in particolare fumo, sedentarietà, obesità, dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabete mellito, stress ed eccesso di alcool) ed il sottoporsi a programmi di screening cardiovascolare.