La rete oncologica della Toscana, secondo l’ultimo rapporto Agenas, risulta al primo posto in Italia. Un riconoscimento del livello di performance che tiene conto del lavoro dei singoli centri. Un punteggio nel 2022 per la Toscana di 88,45 su 100 da parte dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (sommando il livello di governance, organizzazione ed esiti). Lo studio ha esaminato la gestione dei sette tumori più diffusi: alla mammella, colon, retto e polmone, che hanno una presa in carico di pazienti superiore al 90%, e poi la prostata, ovaie ed utero con una presa in carico tra l’80 e il 90%. Pazienti non solo delle nostre province ma anche altri arrivati dal resto d’Italia. Bisogna essere certamente soddisfatti per questo traguardo, per le attività e la professionalità portati avanti dal personale sanitario, per la capacità di essere vicini alla popolazione a l’impegno verso l’innovazione.
Al tempo stesso molto è ancora da fare e assolutamente non possiamo fare neppure un passo indietro sulla prevenzione, ma anzi impegnarci affinché venga potenziata e resa un’abitudine in modo trasversale tra i cittadini. Sempre nel 2022 infatti i ricoveri in ambito oncologico sono aumentati nella nostra regione. Nel 2019 erano stati oltre 50 mila. Nel 2020 più di 57 mila, poi 60 mila. Lo scorso anno sono saliti ancora, superando i 64 mila. Ovvero in quattro anni un aumento del 27%. In seguito alla pandemia, a livello nazionale, c’è stato una crescita dei casi di tumore. Questi dati dimostrano quanto ancora sia necessario fare di fronte a una malattia che colpisce in vasta scala. Occorre, grazie a un costante gioco di squadra, a campagne di comunicazione, alla sensibilizzazione dei singoli e delle istituzioni, rendere la prevenzione sempre più accessibile. Non è un ambito in cui si può pensare di diminuire le risorse, ma devono anzi essere progressivamente aumentate.
Debellare la malattia in tempo non significa solo rispettare il diritto di ogni persona di essere curata, evitandole serie difficoltà dal punto di vista della salute, sociale ed economico. Vuol dire anche un risparmio economico perché nel momento in cui si mettono in campo ricoveri, più strumentazioni tecnologiche e farmaci in modo continuo per il singolo vuol dire anche un uso maggiore di fondi. La tempestività nella prevenzione deve essere un obiettivo di tutti, di ogni medico come dei cittadini. Una conquista sanitaria, sociale, economica.