“C’è bisogno di una legge nazionale che tuteli il percorso delle persone che scelgono il suicidio assistito. Ad oggi l’unica regolamentazione è una sentenza della Corte Costituzionale”.
A dirlo è Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, dopo il caso del giornalista Daniele Pugliese, che a 67 anni ha scelto di togliersi la vita in Svizzera dopo una lunga malattia.
“Pugliese – dice Dattolo – è soltanto l’ultimo cittadino italiano che è dovuto uscire dai confini nazionali per ottenere il suicidio assistito. Ciò rende evidente quanto sia importante arrivare in tempi certi a una legge italiana che possa regolare la scelta di queste persone. il Parlamento, non solo questa legislatura, è in ritardo”.
“Una legge nazionale non è più rinviabile, deve essere scritta con grande equilibrio e al suo interno deve essere chiaramente riconosciuto il diritto all’obiezione di coscienza – precisa il presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze -. Siamo contrari a soluzioni a maglie molto, troppo, larghe come quella adottata in Olanda, dove addirittura si è arrivati a proppore il diritto all’eutanasia secondo gli unici requisiti dell’età e dell’accertamento della volontà della persona, anche in assenza di una patologia riconosciuta”.
“Riguardo alle proposte di una legge regionale come quella esaminata dal Consiglio Regionale del Veneto – conclude Dattolo mi preme sottolineare che questa definirebbe tempi certi per chi sceglie il suicidio assistito, ma non ne regolerebbe il percorso in maniera strutturale. Per questo motivo c’è la necessità di una normativa nazionale”.