Stefano Masi, direttore del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Meyer, e consigliere dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Firenze.
Dall’inizio del 2024 sono stati registrati 80 accessi al pronto soccorso neuropsichiatrico del Meyer; un andamento che segue la tendenza del 2023, chiuso con 560 accessi. Se pensiamo ai numeri pre-pandemia, 216 nel 2019, emerge un aumento vertiginoso dei casi di disagio psichiatrico infantile a Firenze.
Dal mio punto di osservazione, il disagio adolescenziale sta esplodendo e probabilmente i social c’entrano parecchio. Social intesi non come mezzi di comunicazione, ma come fattore di rischio per i soggetti più fragili: mi riferisco alla necessità dell’accettazione da parte del ‘branco’ in un periodo di cambiamento corporale come l’adolescenza, e quindi della percezione del sé, messa in pericolo. Abbiamo avuto anche casi di ragazzi coinvolti nella blue whale challenge, istigati a comportamenti autolesionistici dal dark web.
Durante l’emergenza sanitaria, nel 2020, gli accessi in neuropsichiatria sono gli unici a non essere diminuiti. Negli altri reparti abbiamo avuto cali fino al 50%. Sono aumentate le problematiche legate a disturbi alimentari, depressione, tendenze suicidarie. Parte delle cause è sicuramente riconducibile all’uso dei social: il contatto con il mondo non è più diretto ma passa attraverso questi, un po’ come succede quando mettiamo i nostri figli davanti alla televisione per distrarli invece che rapportarci direttamente con loro. Si perdono i punti di riferimento familiari.
La questione si riduce a un problema di tipo comportamentale, e non neurologico. Tuttavia, è possibile che il crescente uso della tecnologia stia impattando in qualche modo i bambini. Secondo uno studio di JAMA Pediatrics su bimbi da uno a due anni, il digitale potrebbe modificare le capacità di elaborazione delle sensazioni.