Antonio Panti
L’alluvione nella Romagna, il solito disastro annunciato da tutti gli studi sul degrado dell’ambiente nell’antropocene. Come al solito migliaia di giovani sono accorsi a aiutare, a spalare nel fango, subito chiamati angeli. E quando si dovrà ricostruire che accadrà? Nulla come sempre. Si pianteranno alberi al posto del cemento? Credo di no: gli angeli diverranno belle statuine.
Ai medici ricorda qualcosa? I nostri eroi, gli angeli custodi del Covid, premi e onorificenze, il plauso del Presidente della Repubblica, e poi? Il Servizio Sanitario è sempre più povero di risorse, di mezzi, di personale e nessuno sembra invogliato a riformarlo e ad ammodernarlo. Non vi è chi non esalti il servizio pubblico e intanto questo Governo completa la precedente opera di dismissione della sanità.
La correlazione tra questi due fatti è evidente: la tutela della salute non può prescindere dal rispetto dell’ambiente e del pianeta nel suo insieme, per chi ci abita ora e per le future generazioni. Non è soltanto la sanità da riformare, tutta la società deve cambiare rotta, la politica difendere i beni comuni e la sanità e l’ambiente sono tra questi.
Gli uomini esauriscono con pervicacia le limitate risorse della Terra. C’è un indicatore, il “Global Footprint Network” che calcola il giorno dell’anno in cui un paese ha consumato le risorse che il pianeta mette a sua disposizione per tutto l’anno. In Italia si calcola che il 15 maggio di ogni anno le risorse disponibili siano esaurite.
Non è fantascienza fare un confronto col Servizio Sanitario. In quanti giorni si consumano le risorse disponibili per tutto l’anno? E basti pensare alle liste d’attesa; o ai farmaci. Un po’ esaltiamo i bisogni – i desideri- un po’ incrementiamo l’offerta: la sobrietà ci sfugge, abbiamo in mente i diritti e non i doveri, nella terra di Mazzini.
L’ambiente è un bene comune e tutelarlo è compito di tutti. L’ambiente è strettamente connesso con la tutela della salute, con la prevenzione prima ancora che con la cura, quindi con la sostanza del servizio sanitario pubblico. I medici dovrebbero svolgere un ruolo di promotori dell’attenzione all’ambiente. Su siffatti temi bisogna pensare in grande, prima che sia troppo tardi: un’alleanza con i cittadini per diffondere la cultura del rispetto ambientale.
La medicina, lo diceva già Virchow, è una scienza politica. Mai come oggi i medici sono costretti a entrare nel dibattito sociale sull’economia globale in un momento di grande confusione e di crisi delle ideologie. Quale strada imboccare, dimenticati a sinistra, sconosciuti a destra? Il dovere professionale obbliga a improntare la prassi medica alla diffusione della cultura delle problematiche ambientali, a spiegarle, a renderne consapevoli i cittadini. A costo delle inevitabili delusioni.