Antonio Panti
Il Parlamento della Repubblica ha istituito una Commissione Bicamerale sulla gestione del Covid la cui infinita quantità di compiti assai ci preoccupa. Le Commissioni d’inchiesta dovrebbero servire a stabilire la verità ma si concludono quasi sempre con una relazione di maggioranza e una di minoranza e di verità ce ne dovrebbe essere una sola. Comunque, tra i molti compiti assegnati alla Commissione, vi è la ricerca di eventuali corruttele, irregolarità e spechi sui quali, però, dovrebbe indagare la Magistratura; altri compiti sono politici su cui dovrebbero esprimersi i cittadini; in una commissione parlamentare i partiti sostengono le loro idee, cui piegano l’interpretazione dei fatti, strumentalizzandoli come sempre. Quindi è più facile che la confusione aumenti e le certezze diminuiscano.
La Commissione deve valutare anche le misure adottate dal Governo per il potenziamento del SSN, dimenticando che questo dipende dalle Regioni il cui operato, invece, non è soggetto a esame. E il fallimento della Lombardia? Di questo, guarda caso, non si vuol parlare!
Però la Commissione dovrà affrontare argomenti che non possono essere oggetto di valutazione politica perché sono aspetti medici su cui la comunità scientifica ha già raggiunto accordo. Qui si gioca il rapporto tra scienza e politica, ambiti e logiche diverse che debbono integrarsi ma non confondersi.
La Commissione dovrà “valutare l’efficacia e i risultati del Comitato Tecnico Scientifico” nonché “verificare la corrispondenza tra il piano pandemico e i protocolli terapeutici soprattutto nelle terapie domiciliari” e “indagare sul piano vaccinale” stimando l’efficacia sulla “diffusione dei contagi, ricoveri e la mortalità nonché gli eventi avversi denunciati”.
Siffatti argomenti non si decidono a maggioranza ma secondo il metodo della scienza e già i no vax hanno fortemente inquinato il dibattito politico. La scienza, in base al più grande esperimento della storia, la vaccinazione contemporanea di miliardi di persone, ha stabilito la sicurezza del vaccino, la sua efficacia sulla mortalità piuttosto che sulla contagiosità (non si è raggiunto l’effetto gregge), e ha definito le linee guida della terapia domiciliare, superando credenze e mistificazioni della prima ora.
Potremmo suggerire una prova controfattuale: quanti sarebbero stati i morti senza il tempestivo intervento della medicina moderna? Cosa vuol rimettere in discussione la Commissione? Nello scontro delle posizioni partitiche non si tenterà di piegare la scienza alla politica, il contrario della libertà e della democrazia?
Questo è il paese del caso Di Bella, del caso Stamina, della Xylella, del processo sul terremoto nelle Marche, dei no vax che tentano la scalata al Parlamento. La libertà di opinione è tra i valori costituzionali più sacri. Allora, poiché la Commissione ha anche il compito di “verificare le incongruenze, le contraddizioni e i difetti di trasparenza nella comunicazione istituzionale e nell’informazione” questo sarebbe davvero importante, impegnare il Parlamento nella correzione della disinformazione e dell’ignoranza del metodo della scienza, nel combattere bugie pericolose e fakes news.
Infine, a proposito di libertà conculcate, ricordiamo che i diritti individuali trovano limite nell’interesse collettivo e quindi il lockdown o l’obbligo vaccinale debbono essere valutati come condizioni inevitabili per la salute di tutta la popolazione.
Una cosa è la liberà di opinione un’altra è la verità scientifica. Confonderle surrettiziamente per strumentalizzazione ideologica è desolante oltre che pericoloso per la tenuta della gente in caso di nuova epidemia. La politica ha il diritto di scegliere la strada da seguire per affrontare gli ostacoli ma non puo’ che prendere atto dei dati che la scienza offre.