Di Massimo Martelloni
La Riforma della Disabilità, legge 227/2021 e Decreto Legislativo 62 del 3/5/2024, rappresenta un importante passo per il Paese Italia teso a dare piena attuazione agli art. 2,3,31, e 38 della Costituzione Italiana in accordo con la Convenzione delle Nazioni Unite del 2006 e legge applicativa n.18/2009: Tuttavia è da evidenziare che le Riforme sono atti che devono essere attuati non in modo rivoluzionario, ma con la partecipazione dei cittadini e degli operatori in modo da garantire la continuità dei servizi senza interruzioni nel passaggio dalla visione e metodologia che attenzionava la menomazione e l’handicap rispetto alla nuova metodologia bio-psico-sociale che ha come obiettivo la piena inclusione dei disabili col superamento delle barriere sociali ed ambientali ed il mantenimento ovvero la tutela e non regressione dei diritti acquisiti.
In questo senso il Decreto Legislativo 62 del 3/5/2024 prevedeva una fase di sperimentazione, come da art.33, della durata di dodici mesi, dal 1 gennaio 2025 anche la fine di assicurare il progressivo aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento, sia per la valutazione di base sia per la valutazione multidimensionale.
Per poter dare attuazione alla sperimentazione il Decreto Legislativo 62 del 3/5/2024 prevedeva ancora all’art. 11, per lo svolgimento della valutazione di base, la adozione in Italia della classificazione ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) congiuntamente alla versione adottata in Italia della ICD (Classificazione internazionale delle malattie) e la emissione di un Decreto del Ministero della Salute che disponesse: -Le modalità di applicazione degli aggiornamenti dell’ICF.
All’art. 12 del Decreto Legislativo 62 del 3/5/2024 veniva inoltre previsto che il Ministero della salute emanasse un regolamento, in accordo con altri Ministeri e con L’INPS, per provvedere ad adottare, entro il 30 novembre 2024, l’aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento e di valutazione di base, a seguito dell’adozione delle classificazioni ICD e ICF.
In tale regolamento si doveva provvedere, “sulla base delle classificazioni ICD e ICF e in conformità con la definizione di disabilità di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a) , all’aggiornamento delle definizioni, dei criteri e delle modalità di accertamento dell’invalidità civile, della cecità civile, della sordità civile e della sordocecità civile previsti dal decreto del Ministro della sanità 5 febbraio 1992, pubblicato nella Gazzetta Ufficialen. 47 del 26 febbraio 1992”, abolendo ogni riferimento al semplice concetto di capacità lavorativa generica.
L’art. 33 del Decreto Legislativo 62 del 3/5/2024 disponeva una fase di sperimentazione delle disposizioni relative alla valutazione di base della disabilità dal 1° gennaio 2025 a campione su Nord, Centro e Sud Italia.
Il Ministero della Salute fino ad oggi 30 gennaio 2025 non ha adottato alcun Decreto ed alcun Regolamento in materia di valutazione di base.
E’ da rilevare che a luglio 2024 veniva approvata la legge 106 del 29 luglio 2024, riguardante sport, alunni con disabilità, università e ricerca, che agli art. 7-bis e 7-ter disponeva che la sperimentazione prevista dall’art. 33 del D.L.ivo 62/2024, da adottare con Regolamento del Ministero della Salute, riguardasse solo “l’accertamento della disabilità connessa ai disturbi dello spettro autistico, al diabete di tipo 2 e alla sclerosi multipla”, limitando prudentemente in questo modo la portata di una sperimentazione proprio perché i regolamenti attuativi e i decreti della applicazione della Riforma non erano ancora nati, comunque necessari anche solo per queste tre patologie.
La sperimentazione limitata alle sole tre patologie doveva essere condotta in 9 Province: Brescia, Trieste, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari.
L’INPS con comunicazione 4465 del 27-12-2024 ha disposto autonomamente rispetto alle Leggi e Decreti dello Stato Italiano che “ nelle more dell’emanazione dei decreti attuativi della sperimentazione, la valutazione viene effettuata, per tutte le patologie, utilizzando le tabelle di cui al decreto interministeriale 5 febbraio 1992 e la valutazione può essere effettuata agli atti sulla base della documentazione presentata dall’interessato ai sensi dell’articolo 29-ter del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120.”
Tutto questo avviene quindi con il risultato che dal 1° di gennaio 2025 in 9 Province Italiane, compresa sfortunatamente Firenze, ci si limita da parte dell’INPS a sperimentare un sistema nuovo di certificato medico introduttivo (art. 8 D.L 62/2024) con trasmissione telematica, realizzato prevalentemente dai medici di medicina generale senza un piano formativo precedente alla sperimentazione e costringendo gli stessi su piattaforma telematica guida a introdurre oltre ai dati sanitari anche dati amministrativi che nel recente passato ovvero fino al 31 dicembre 2024 erano inseriti dai Patronati, e comunque per tutte le patologie in contrasto con quanto previsto dalla Legge 106/2024.
Tutto ciò sta determinando disservizi nelle 9 Province interessate e i cittadini rischiano di non essere garantiti come nel resto d’Italia per l’accesso alla tutela delle leggi operanti fino al 31 dicembre 2025.
Sussistono infatti palesi ritardi e difficoltà burocratiche nella introduzione dei dati che richiede molto tempo che viene di fatto sottratto all’assistenza e alla cura dei pazienti.
Concludiamo pertanto affermando che:
-Le Riforme sono benvenute con le loro importanti innovazioni, che però vanno attuate con opportuni Decreti e Regolamenti e con la formazione del personale e con l’informazione dei cittadini;
-Tuttavia non c’è stato però coinvolgimento delle categorie professionali.
-Sussiste molta preoccupazione per i possibili vuoti gravi di assistenza ai disabili che si possono determinare
-Il certificato medico introduttivo sia semplificato e che i dati siano introdotti anche con l’aiuto dei Patronati e che i Ministeri della Disabilità e della Salute convergano su un Decreto che detti tempistiche credibili ovvero un calendario di attuazione per la Riforma della disabilità, chiamando all’impegno chi può contribuire in base ad evidenze scientifiche alla attuazione della Riforma con la produzione di linee guida e/o buone pratiche e nell’immediato richiamando le Regioni, tramite i servizi valutativi delle USL, alla massima collaborazione in tutte le Province italiane affinchè i cittadini siano tutelati tutti nello stesso modo, garanzia ad oggi venuta meno.