Franco Trabalzini, Associato in Otorinolaringoiatria Unifi, Responsabile Soc Otorinolaringoiatria, Ospedale Meyer IRCCS
Gli esperti dicono che circa il 5% della popolazione mondiale convive con una perdita uditiva. In Italia sono 7 milioni le persone con problemi di udito. Un problema sociale?……
L’ipoacusia è un vero e proprio problema sociale. A dimostrarlo sono i dati: circa 7 milioni di Italiani ne soffrono ovvero il 12% dell’intera popolazione; un bambino su 1000 nasce con gravi problemi uditivi; interessa un quarto degli individui sopra i 60 anni, circa il 40% oltre i 75; rappresenta la terza causa di invalidità che si traduce in una spesa annua di 3,6 miliardi di euro. Un considerevole problema sociale, dunque.
I problemi dell’udito riguardano anche la popolazione giovanile toscana?
Possono interessare tutte le età e per la disabilità comunicativa e relazionale ad essi associata, nel bambino, se non trattati precocemente, provocheranno un irreversibile ritardo nel linguaggio, mentre nell’anziano rappresentano una delle principali cause del decadimento cognitivo e demenza senile (1).
Quali le cause che determinano la ipoacusia?
Le cause sono varie. Prime fra tutte l’esposizione al rumore, seguita da quella legata al fisiologico invecchiamento del sistema uditivo (presbiacusia), a seguire ereditarietà, malattie legate all’orecchio (otite media cronica, otosclerosi, malattia di Meniere, ecc). Anche il consumo di farmaci ototossici, l’alcool e il fumo possono essere alla base del problema.
Fondamentali i controlli e la prevenzione? Quali i trattamenti consigliati?
Oggi si può dire con certezza che non c’è alcun tipo di sordità che non possa essere soddisfacentemente riabilitata con un trattamento di tipo non solo medico, ma, soprattutto, chirurgico e/o protesico. La cura dipende naturalmente dalla causa e dall’entità della ipoacusia. Le forme “trasmissive” vengono trattate chirurgicamente, per lo più in anestesia locale, ripristinando i componenti del sistema di trasmissione dell’orecchio medio. Le forme “neurosensoriali”, se di media entità, possono beneficiare dell’uso di protesi acustica. Le protesi acustiche oggi non sono più dei semplici amplificatori, ma apparecchi che compensano in modo dinamico la perdita di udito, adattandosi alle situazioni ambientali. Purtroppo, per una serie di motivi in Italia sono utilizzate da meno di un terzo degli individui che ne avrebbero realmente bisogno. Per le forme gravi l’impianto cocleare è sempre più diffuso, ma anche in questo caso utilizzato solo da non più del 20% dei pazienti che potrebbero trarne beneficio. L’evoluzione tecnologica e lo sviluppo delle tecniche chirurgiche hanno reso la durata dell’intervento minore di un’ora e ne hanno ampliato le indicazioni: mentre prima era riservato agli ipoacusici gravi bilaterali, oggi è utilizzato anche per l’unico orecchio affetto da sordità e, soprattutto, per tutte le età.
(1. Dementia prevention, intervention, and care: 2020. Report of the Lancet Commission. G.Livingston, J.Huntley, A.Sommerlad, D.Ames, C.Ballard, S.Banerjee et al. July 30, 2020)