Intervista a Cristiana Baggiore, direttore Area Diabetologia, Endocrinologia e Allergoimmunologia Clinica Asl Toscana Centro
Quali i dati toscani su sovrappeso e obesità?
Nel mondo, secondo i dati Oms, ben il 39% della popolazione ha problemi di sovrappeso e il 13% è obeso. In Italia, il Bollettino Epidemiologico Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità riferisce che il 43% della popolazione adulta è in eccesso ponderale, ovvero il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso.
Secondo i dati più recenti, rilevati dal sistema Passi e dall’Agenzia Regionale di Sanità, in Toscana soffre di obesità l’8% della popolazione adulta (fra i 19 e i 69 anni) e nella stessa fascia di popolazione abbiamo anche il 28% di persone sovrappeso. Ciò vuol dire che oltre il 35% delle persone che risiedono in Toscana, prevalentemente i maschi, hanno problemi di eccesso di peso corporeo. Questo dato colloca la Toscana fra le regioni “migliori “in Italia, dove il primato negativo è detenuto dalla Campania con il 50% della popolazione adulta sovrappeso od obeso.
L’obesità è trasversale nella nostra comunità? Riguarda giovani e meno giovani?
L’Italia, purtroppo, presenta la percentuale più elevata in Europa con il 42% di bambini in sovrappeso od obesi nella fascia di età 5-9 anni, mentre si colloca al quarto posto nella fascia 10-19 con il 34,2% di giovani affetti.
Non è più rosea la situazione in Toscana dove, fra i bambini e gli adolescenti, si sfiora il 30% fra sovrappeso ed obesi. E’ prevalentemente la fascia infantile, fra i 6 e i 9 anni, a preoccupare, dove circa un terzo dei bambini è sovrappeso od obeso. Anche in queste fasce di età è il sesso maschile a prevalere. In ogni modo, la prevalenza di sovrappeso e obesità cresce con l’età, almeno fino a quando non subentrano, nell’anziano, i mutamenti fisio-patologici della massa ossea e muscolare che portano a cambiamenti complessivi della composizione corporea.
I disturbi alimentari sono in crescita in Toscana?
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (Dna), in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata “binge eating”, sono un problema di sanità pubblica di crescente importanza. Nei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione si intersecano problematiche di tipo biologico, psichico, familiare e socio-culturale, per questo necessitano di trattamenti specializzati da parte di équipe che lavorano in modo integrato. Si stima che in Italia oggi più di tre milioni di persone soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e in Toscana i casi sono oltre 50.000, il 30% ha meno di 14 anni. La pandemia ha peggiorato, ulteriormente, la situazione, con un incremento di casi stimato di almeno il 30-35% e un abbassamento dell’età di esordio. Più colpita è la popolazione femminile, anche se il numero dei maschi sta aumentando, soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale.
La Toscana è tra le regioni in cui obesità e disturbi alimentari si curano meglio?
Da anni la Toscana è in prima linea nella lotta ai disturbi dell’alimentazione ed all’obesità. Esistono documenti, datati fin dai primi anni 2000, che testimoniano l’impegno degli organi regionali nei confronti di queste patologie. Lo sforzo organizzativo e professionale si è concretizzato in una rete di servizi dedicati ai disturbi del comportamento alimentare ed al trattamento medico e chirurgico dell’obesità, che vedono impegnate sia le Aziende Sanitarie Territoriali che quelle Ospedaliere Universitarie e tutte le Aziende hanno definito percorsi e individuato risorse specifiche. E’ pure vero però che obesità e disturbi del comportamento alimentare sono in aumento esponenziale e, a fronte di un impegno anche economico della Regione Toscana, i professionisti che lavorano oggi nei centri dedicati, sono ancora troppo pochi. I centri stessi non sono più numericamente sufficienti per rispondere in modo efficace alla domanda. Un ulteriore passo avanti però, a livello nazionale, è stato fatto in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità del marzo scorso, dove è stata annunciata una proposta di legge che porterebbe a riconosce l’obesità come “patologia cronica”, aprendo la via a misure di prevenzione, contrasto e presa in carico senza le quali il costo sociale, umano, sanitario ed economico diventerebbe, in breve tempo, insostenibile. Questo importante iter legislativo potrebbe portare l’Italia a essere il primo Paese al mondo ad approvare una legge sull’obesità.