Intervista a Federico Gelli, direttore Sanità, welfare e coesione sociale della Regione Toscana
Sono calati i posti letto negli ospedali toscani negli ultimi anni?
La Regione Toscana, con il Piano Sanitario Sociale Integrato 2018/2020, si è adeguata agli standard del Decreto ministeriale 70/2015 tesi alla riduzione della dotazione dei posti letto ospedalieri accreditati ed effettivamente a carico del Servizio Sanitario Regionale, ad un livello non superiore a 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie. Come Regione abbiamo aumentato l’assistenza territoriale con 0,37 ogni 1000 abitanti di posti letto di cure intermedie più quelli negli ospedali di comunità. Siamo rimasti costanti dal 2019 ad oggi. Inoltre gli interventi di riorganizzazione della rete di offerta, in risposta alla pandemia Covid-19, previsti con decreto legge 19 maggio 2020 n. 34, coordinato con la legge di conversione 17 luglio 2020 n. 77, sono stati finalizzati a rendere strutturale il supporto ad eventuali nuove emergenze di natura sanitaria prevedendo per la Regione Toscana un livello di 0.14 posti di letto di terapia intensiva su 1000 abitanti (193 posti letto aggiuntivi) e il potenziamento di 261 posti (aggiuntivi) per l’assistenza sanitaria in regime semi-intensivo.
Quali i motivi della tenuta dei posti letto?
Si è voluto dare maggiore risposta al cittadino sul territorio per la gestione della fase post-acuta o per la riacutizzazione della cronicità.
Quale il punto equilibrio tra i posti letto negli ospedali ed il potenziamento della sanità territoriale?
La risposta è già insita nella risposta alla prima domanda: la percentuale richiesta dal Ministero 3,7 posti letto per mille abitanti, comprensivi di 0,7 posti letto per mille abitanti per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie. Ma la Regione Toscana ha voluto attuare un ulteriore piano di potenziamento con le cure intermedie e gli ospedali di comunità.