“La Sanità Pubblica italiana sta andando incontro a un alto rischio con la Legge sull’Autonomia Differenziata. La nostra Costituzione prevede il diritto alla salute per ogni cittadino, che deve poter essere curato e tutelato al pari degli altri. Con questa scelta si mette in discussione un principio di democrazia”.
Lo afferma Pietro Dattolo, presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze.
“Condividiamo pienamente le preoccupazioni espresse da numerosi esperti, sindacati e forze politiche. Anche noi in precedenza abbiamo espresso timori sull’introduzione di questo provvedimento. Rischiamo – aggiunge Dattolo – di andare verso una divisione ancora più accentuata tra le Regioni ricche e chi invece già fatica ad offrire un’assistenza puntuale e continua. Una prospettiva che potrebbe avere conseguenze sulla scelta del luogo di lavoro da parte dei medici e una mobilità sempre maggiore da parte dei cittadini, spinti a curarsi dove troveranno servizi più tempestivi. Oggi troppi italiani rinunciano alle cure, circa 4,5 milioni di persone. Il nostro sistema pubblico ha bisogno di maggiori risorse, non di creare divisioni e privilegi. Verranno curati i ricchi e abbandonati i poveri”.
“L’Autonomia Differenziata non rappresenta una razionalizzazione delle risorse, ma un favore a poche Regioni – conclude il presidente dell’Ordine dei Medici -. In quanto nazione dovremmo ragionare nell’ottica dell’unità, soprattutto in un ambito, come la sanità, che rappresenta più di ogni altro un bene comune da tutelare”.